Patrimonio industriale del Ventesimo secolo
Fragilità, risorsa, progetto, messa in valore alla luce del PNRR
Volume 35,00€
Descrizione
L’industria è stata il motore primo e il privilegiato luogo di sperimentazione del Moderno sulla spinta delle innovazioni che venivano dal nuovo mondo dell’ingegneria. Il riflesso di tre secoli di conquiste scientifiche, innovazioni tecnologiche, introduzione di materiali sperimentali è ben presente nei luoghi della produzione che spesso per primi videro adottare, con schiettezza e audacia, nuovi modelli tipologici (funzionali ai processi produttivi), nuove discipline per la comprensione delle strutture (la scienza delle costruzioni) e i nuovi materiali (innanzitutto la ghisa, l’acciaio, il vetro e il cemento armato).
Oggi, tra dismissioni e aggiornamenti, il patrimonio industriale urbano e territoriale, è uno degli asset principali al centro della auspicata ripresa. Proprio dalla pratica con la visione olistica della conoscenza e del progetto viene la proposta AIPAI per il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza: affrontare la rigenerazione sulle solide basi della confidenza con i valori sottesi al patrimonio, con l’ascolto e il dialogo verso le comunità coinvolte.
Alla luce dei continui avanzamenti e delle istanze poste PNRR si propone un aggiornamento della riflessione secondo lo schema sperimentato nel primo volume, ben funzionale alle riflessioni corali. Quattro nuove parole chiave sono alla base della riflessione: «fragilità», «risorsa», «progetto» e «messa in valore».
Il libro contiene i contributi di: Angela Baila, Sergio Barile, Andrea Billi, Luisa Bocchietto, Antonio Calabrò, Annalisa Capuano, Ugo Carughi, Carlo Cellamare, Alessandra Cozzolino, Edoardo Currà, Alessandro Depaoli, Nicola Farronato, Giovanni Luigi Fontana, Simone Gibellato, Luca Molinari, Cristina Natoli, Marco Pironti, Massimo Preite, Manuel Ramello, Elisabetta Reale, Andrea Rolando, Veronica Scuotto, Luca Tricarico, Marco Trisciuoglio, Pietro Vito.
EDOARDO CURRÀ è professore associato di Architettura tecnica presso la Sapienza Università di Roma e presidente di AIPAI. PhD in Ingegneria edile-architettura, compie gli studi in Ingegneria edile a Roma e quelli in Architettura a Firenze. Presso il Dipartimento DICEA coordina ricerche, studi e sperimentazioni meta-progettuali sui temi dell’edilizia storica; dei processi di patrimonializzazione dei beni industriali in vista della loro rifunzionalizzazione; degli strumenti digitali per la conoscenza, il progetto e la gestione dei beni culturali. È membro di ICOMOS e direttore scientifico della rivista «Patrimonio Industriale».
CRISTINA NATOLI è architetto, specialista, PhD, funzionario del MiC della Soprintendenza di Torino in cui svolge attività di tutela, progettazione, restauro, ricerca scientifica, organizzazione mostre, convegni, cura di attività editoriali. Si occupa di rigenerazione urbana, patrimonio industriale e restauro del moderno di cui è docente a contratto presso il Politecnico di Torino. È membro del direttivo di AIPAI e autore di articoli e pubblicazioni sui temi del patrimonio industriale, rigenerazione urbana, lettura stratigrafica del territorio per l’identificazione dei valori culturali, paesaggio.
MANUEL RAMELLO, architetto, diplomato al Master in Conservazione, gestione e valorizzazione del patrimonio industriale presso l’Università degli Studi di Padova, ha conseguito il dottorato di ricerca in Innovazione tecnologica per l’ambiente costruito presso il Politecnico di Torino. Dal 2002 svolge attività di ricerca sui temi della tutela e valorizzazione del patrimonio industriale alternando la libera professione a collaborazioni continuative con enti di ricerca. È vicepresidente AIPAI e condirettore della rivista «Patrimonio Industriale». Nel 2017 fonda con Alessandro Depaoli lo studio di progettazione Ex Industria dedicato ai temi della ricerca e del progetto sul patrimonio industriale.